La giornata internazionale delle ostetriche venne celebrata per la prima volta il 5 maggio 1991 e da allora è stata osservata in più di 50 nazioni in tutto il mondo. La giornata del 5 maggio apre la settimana che festeggia un’altra importante ricorrenza: la festa della mamma. L’occasione per una riflessione sul ruolo della maternità e della genitorialità.
La giornata internazionale delle ostetriche è stata ideata dalla Confederazione Internazionale delle Ostetriche durante la conferenza olandese del 1987. Le ostetriche svolgono un ruolo importante nella fornitura di servizi sanitari. Dedicano la loro vita alla cura delle madri e dei bambini. Si tratta di una sezione della medicina quasi esclusivamente femminile. Tanto è vero, infatti, che per fare l’ostetrica nell’antica Grecia bisognava aver partorito da soli, rendendola una pratica esclusivamente femminile. Dal 1990, il mondo ha assistito a una diminuzione costante delle morti neonatali e materne. Uno dei motivi principali è che più donne ricevono cure ostetriche qualificate. Non solo le ostetriche salvano vite, ma forniscono anche un’ampia gamma di altri importanti servizi medici. Possono eseguire screening del cancro del collo dell’utero e della mammella, oltre a offrire consulenza e servizi. In alcuni paesi, sono anche in grado di eseguire cure ostetriche di emergenza di base
La Giornata Internazionale dell’Ostetrica dell’anno 2025 ha come tema il seguente slogan: Midwives – Critical in Every Crisis. Il mondo sta affrontando un numero senza precedenti di crisi (disastri naturali, conflitti, cambiamenti climatici). Queste crisi colpiscono in modo sproporzionato le donne, le ragazze e le persone di genere diverso, esponendole a rischi maggiori come le complicazioni della gravidanza e la violenza di genere, e limitando al contempo il loro accesso ai servizi sanitari essenziali. In questi tempi difficili, le ostetriche sono fondamentali. Sono i primi soccorritori di fiducia all’interno delle loro comunità, in grado di preparare i sistemi sanitari ad affrontare qualsiasi crisi. Possono fornire fino al 90% dei servizi di salute sessuale, riproduttiva, materna, neonatale e adolescenziale anche durante le crisi umanitarie .
Ne abbiamo parlato con la dottoressa Elena Romagnoli ostetrica presso il Poliambulatorio AEsthe Medica di Ferrara.
Come è cambiato il ruolo dell’ostetrica oggi ?
L’ostetrica è una figura professionale fondamentale nel sistema sanitario moderno, con competenze che vanno ben oltre l’assistenza al parto. Oggi l’ostetrica è un punto di riferimento per la salute sessuale e riproduttiva della donna in tutte le fasi della vita. Può fornire informazioni, consulenze e servizi in ambiti quali le cure antenatali, la pianificazione familiare, e la prevenzione attraverso screening come quelli per il cancro al seno e alla cervice uterina.
Una figura professionale che può fornire informazioni e servizi anche sulla salute sessuale e riproduttiva, comprese cure antenatali e consulenza e servizi di pianificazione familiare e possono eseguire screening per cancro al seno e alla cervice. Questo significa che l’offerta di cure specializzate è il principale strumento di miglioramento della salute femminile e materna ?
Questa ampiezza di competenze rende l’ostetrica un elemento chiave nella promozione della salute femminile e materna. L’offerta di cure specializzate, personalizzate e accessibili rappresenta infatti uno degli strumenti più efficaci per migliorare la qualità della vita delle donne, ridurre i rischi legati alla maternità e prevenire patologie gravi. In questo senso, il ruolo dell’ostetrica non è solo clinico, ma anche educativo e sociale, contribuendo in modo concreto al benessere delle comunità.
Sostegno alla genitorialità e cure primarie: quali le principali criticità che le neomamme devono affrontare dopo la nascita del primo bebè?
Diventare madre per la prima volta è un’esperienza profonda, carica di emozioni e trasformazioni. Tuttavia, il periodo che segue la nascita del primo figlio può essere anche molto complesso e ricco di sfide, soprattutto quando mancano un’adeguata preparazione e un supporto costante.
Una delle principali criticità che le neomamme si trovano ad affrontare è legata ai cambiamenti ormonali e psicologici del post-parto. È comune sperimentare momenti di tristezza, ansia o senso di inadeguatezza, che in alcuni casi possono evolvere in una vera e propria depressione post-partum. Purtroppo, questa condizione viene spesso sottovalutata o ignorata, rendendo ancora più difficile per le madri chiedere aiuto.
Anche l’allattamento può diventare una fonte di stress. Le difficoltà nell’attacco al seno, la percezione di non avere abbastanza latte o il dolore fisico possono generare frustrazione e senso di fallimento, specialmente se manca un adeguato sostegno da parte di ostetriche o consulenti professionisti.
Un altro aspetto critico è il senso di isolamento. In una società che tende a idealizzare la maternità, molte donne si ritrovano a vivere un’esperienza molto diversa da quella immaginata, sentendosi sole, giudicate o non comprese. La mancanza di una rete familiare o sociale di supporto può rendere ancora più faticoso affrontare le responsabilità quotidiane della cura del neonato.
A tutto questo si aggiungono le difficoltà pratiche: la riorganizzazione della vita quotidiana, la carenza di sonno, la gestione della casa, e, in molti casi, la pressione per tornare rapidamente al lavoro. Le aspettative – proprie o altrui – spesso non tengono conto dei reali bisogni fisici ed emotivi della neomamma.
Per affrontare queste criticità è fondamentale un sistema di sostegno alla genitorialità che sia efficace e accessibile. Il ruolo delle ostetriche, dei consultori, dei pediatri e dei servizi territoriali è cruciale nel fornire ascolto, informazioni e accompagnamento. Investire nel supporto post-natale, nelle cure primarie e nella salute mentale materna non è solo un gesto
di attenzione verso le donne, ma anche un investimento nel benessere della famiglia e della società.
Quale il ruolo dei padri nella gestione del parto e delle cure? Quanto è importante coinvolgere anche i padri in questa fase delicatissima?
Non dimentichiamoci né sottovalutiamo l’importanza del l coinvolgimento attivo dei padri per il benessere della madre, del neonato e dell’intera famiglia. Numerosi studi e esperti evidenziano come la presenza consapevole del padre in sala parto e il suo supporto continuo possano favorire una nascita più serena, un recupero post-partum più rapido e un legame familiare più solido.
Durante il travaglio e il parto, il padre può offrire un sostegno emotivo e fisico significativo. La sua presenza rassicurante aiuta la madre a sentirsi meno sola e più sicura, contribuendo a ridurre l’ansia e a favorire un ambiente positivo. Inoltre, il padre può partecipare attivamente al processo, aiutando la madre a mantenere la calma, sostenendola fisicamente e comunicando con il personale sanitario secondo le preferenze concordate nel piano del parto.
Un supporto attivo da parte del padre nel post-partum può contribuire a una maggiore serenità emotiva per la madre, riducendo il rischio di depressione post-partum e favorendo una comunicazione più aperta e una collaborazione efficace nella cura del neonato.
È essenziale che i futuri padri siano adeguatamente preparati e consapevoli del loro ruolo. Partecipare ai corsi di accompagnamento alla nascita, informarsi sulle fasi del parto e comprendere le esigenze emotive e fisiche della madre sono passi fondamentali per offrire un supporto efficace.
Un supporto consapevole e presente dei papà favorisce una nascita più serena, un recupero più rapido e un legame familiare più forte. Investire nella preparazione e nel coinvolgimento dei padri è, quindi, un passo fondamentale verso una genitorialità condivisa e soddisfacente.
La giornata del 5 maggio apre la settimana che festeggia un’altra importante ricorrenza: la festa della mamma, quest’anno celebrata domenica 11 Maggio. L’occasione per una riflessione sul ruolo della maternità e della genitorialità. Ebbene, l’augurio per tutte le mamme è che la festa a loro dedicata possa essere anche l’occasione per fermarsi a riflettere sul ruolo della madre e ciò che attiene in realtà alla genitorialità. Oggi i modelli sociali sottopongono la maternità e le madri a modelli di performance multitasking- prosegue la dottoressa Elisa Stefanati Psicoterapeuta EMDR presso Aesthe Medica Ferrara– ossia modelli che sottopongono le madri ad una enorme pressione che impone di sapersi destreggiare tra famiglia, lavoro, portando sulle spalle una fatica pressoché unica di crescere i figli e, spesso, costringendo i padri a ritagliarsi ruoli di secondo piano quando invece dovrebbero essere sulla stessa prima linea. I padri oggi chiedono di essere coinvolti nelle cure parentali e non tutti sono felici di stare un passo indietro; una società evoluta dovrebbe promuovere la genitorialità nel complesso per rendere su un piano di eguaglianza la condivisione dei compiti da parte di entrambi i genitori. In questa giornata è importante sottolineare quanto sia rilevante per ogni neo mamma, avere attorno una cornice di riferimento, dove anche i padri possano contribuire su un piano paritario alle cure parentali.
Ritengo indispensabile oggi incoraggiare modelli genitoriali – prosegue l’esperta- che aiutino i genitori ad affrontare la paura dell’imperfezione: diventare genitori è un compito che si sperimenta e si mette alla prova ogni giorno. Non esistono madri perfette, ma madri competenti e genitori che si impegnano ogni giorno, nel costruire ponti affettivi e relazioni educative, imparando anche a tollerare la frustrazione dell’insuccesso proprio e dei propri figli. C’è un messaggio di crescita e di evoluzione anche nell’errore. Gli errori di un genitore, ma anche quello delle figlie e dei figli sono da considerare punti di partenza e non luoghi di un giudizio che inchioda. C’è un messaggio evolutivo di bellezza anche nell’ imperfezione. La genitorialità è il processo di promozione e sostegno dello sviluppo fisico, emotivo, sociale e intellettuale di un bambino dall’infanzia all’età adulta. Il concetto di genitorialità si riferisce alla complessità del processo di crescere un bambino, e non esclusivamente alla relazione biologica.